In Rassegna stampa

“I rotoli della legge danneggiati alla sinagoga. Colpita anche la comunità israelitica di Firenze”. Così titolava La Nazione all’indomani della terribile alluvione del 4 novembre 1966. Migliaia i testi danneggiati con l’esondazione dell’Arno, in particolare 90 sefarim che furono poi sepolti nel cimitero ebraico, e oltre 15mila volumi della biblioteca del collegio rabbinico. Un patrimonio di memorie andato parzialmente disperso ma anche una grande prova di altruismo collettiva che permise, grazie alla determinazione e alla generosità di volontari dalle provenienze più disparate, di salvaguardare un ingente quantitativo di libri, tessuti,antichi arredi custoditi nei locali comunitari.
Nel 47esimo anniversario dell’alluvione una nuova stagione di impegno prende adesso quota sotto l’egida della Fondazione per i beni culturali ebraici in Italia con l’obiettivo di arrivare alla realizzazione di una mostra che, proprio a Firenze e in collaborazione con la Biblioteca Nazionale e con il Centro Bibliografico UCEI, permetta di riscoprire quel capitolo di storia fiorentina colma di dolore ma anche di passione e di coraggio.

Ad annunciare l’iniziativa è il vicepresidente della Fbcei e presidente dell’Opera del Tempio Ebraico di Firenze Renzo Funaro, al lavoro per trovare “una degna collocazione” a una parte del patrimonio storico e librario restaurato grazie al contributo, tra gli altri, del Centro Bibliografico. Forte del sostegno del presidente della Fondazione Dario Disegni e di Giacomo Saban, direttore della Rassegna Mensile di Israel, Funaro si sta muovendo in queste settimane per dare concretezza al progetto.

Oggi intanto è il giorno della solenne commemorazione. “In occasione di questo importante anniversario – afferma Funaro – voglio ricordare con gratitudine i tanti giovani giunti da tutto il mondo per aiutare Firenze. Tra questi alcuni studenti israeliani esperti d’arte che, come riportano le cronache locali, si misero a disposizione della Galleria degli Uffizi”.

A prestare soccorso anche Luciano Camerino, catturato a Roma dai nazisti nel corso della retata del 16 ottobre 1943 e sopravvissuto ad Auschwitz Birkenau, cui fu fatale un infarto. A ricordare questa indimenticabile figura è stato, con un tweet, il consigliere UCEI Vittorio Pavoncello.
Nitida la memoria di quei giorni anche per Sara Cividalli, presidente della Comunità ebraica di Firenze. Tra i ricordi più forti dell’adolescenza, come ha raccontato a Pagine Ebraiche in occasione del suo insediamento, l’esperienza tattile (“terribile e indimenticabile”) delle pagine umide impregnate di fango dei libri della sinagoga salvati dalla furia dell’Arno. “Riesco a rivivere quelle sensazioni perfettamente – spiegava Cividalli – è un qualcosa che porto e sempre porterò dentro”.

a.s – twitter @asmulevichmoked

(4 novembre 2013)

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